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La sicurezza chimica secondo la norma EN 71-3
La EN 71-3 definisce i limiti di migrazione degli elementi chimici potenzialmente pericolosi dai materiali che possono entrare in contatto con i bambini. Negli ultimi anni è diventata un riferimento anche per chi lavora con materiali polimerici e soluzioni riciclate, perché consente di dimostrare in modo chiaro che il prodotto rispetta criteri rigorosi di sicurezza chimica. Applicata alla gomma SBR riciclata, la norma offre un ulteriore livello di affidabilità, unendo l’attenzione alla sostenibilità con la verifica scientifica delle sostanze che possono effettivamente migrare dal materiale. Un approccio che risponde alle esigenze di progettisti, operatori del settore e gestori di ambienti sensibili, sempre più attenti alla qualità e alla trasparenza.
Che cos’è la EN 71-3 e perché è stata introdotta?
La EN 71-3 è una norma europea sviluppata dal CEN – European Committee for Standardization, progettata per valutare la quantità di elementi chimici che possono migrare da un materiale quando viene messo in contatto con un bambino.
L’esigenza nasce dalla consapevolezza che alcuni materiali potrebbero rilasciare metalli pesanti o altre sostanze in condizioni di uso reale, come saliva, sudore o umidità.
La norma non valuta il contenuto totale di una sostanza, ma solo ciò che può effettivamente migrare, come sottolineato dalla European Commission – Chemical Requirements for Toy Safety, che considera la EN 71-3 uno dei riferimenti più importanti per garantire la sicurezza dei materiali destinati all’infanzia.
Quali elementi chimici controlla la EN 71-3
Il test si concentra sulla migrazione di specifici metalli ed elementi potenzialmente tossici, tra cui:
Piombo (Pb) – neurotossico, limiti di migrazione estremamente bassi
Cadmio (Cd) – associato a danni renali e ossei, migrazione quasi nulla
Cromo (Cr III e Cr VI) – il Cr VI è altamente pericoloso
Arsenico (As) – cancerogeno, soglie rigidissime
Mercurio (Hg) – neurotossico, migrazione pressoché nulla
Selenio, bario, boro, antimonio, stagno e altri elementi – monitorati in base alla tossicità nota
I limiti sono stati sviluppati a partire da studi tossicologici e scenari realistici di esposizione ricostruiti dalla Commissione Europea.
A cosa serve concretamente il test
Il test EN 71-3 simula un contatto reale attraverso tre fasi:
Immersione del materiale in una soluzione acida che replica la saliva.
Analisi del liquido per misurare la quantità di ogni elemento migrato.
Confronto con i limiti della norma per la categoria di materiale testata.
La metodologia ufficiale del CEN prevede condizioni standardizzate, così da garantire risultati ripetibili e comparabili.
Istituti di certificazione e laboratori accreditati
Le prove previste dalla EN 71-3 vengono eseguite esclusivamente da laboratori accreditati secondo la norma ISO/IEC 17025, in grado di garantire misurazioni affidabili e metodi conformi agli standard europei. Tra gli organismi internazionali che effettuano regolarmente questi test figurano enti come TÜV Rheinland e SGS, che applicano protocolli armonizzati e controlli di qualità rigorosi. Il ricorso a laboratori accreditati assicura risultati tracciabili e conformi alle procedure richieste dalla normativa europea.
Perché la EN 71-3 viene usata anche fuori dal settore dei giocattoli
Pur essendo obbligatoria solo per i giocattoli, la EN 71-3 è oggi ampiamente utilizzata come riferimento volontario per valutare la sicurezza chimica di materiali destinati a:
aree gioco e spazi per l’infanzia
scuole e asili
palestre e centri sportivi
ambienti pubblici ad alta frequentazione
prodotti riciclati utilizzati in contesti sensibili
Il motivo è semplice: offre un criterio oggettivo e trasparente per dimostrare l’assenza di rilascio significativo di sostanze indesiderate.
Perché è rilevante per la gomma SBR riciclata
La gomma SBR proveniente da pneumatici a fine vita (abbreviazione tecnica PFU) è impiegata in pavimentazioni tecniche come:
superfici antitrauma per aree gioco
pavimenti sportivi per uso indoor e outdoor
piastrelle tecniche modulari
In tutte queste applicazioni, i materiali possono venire toccati, calpestati, da bambini e adulti.
Per questo motivo, Casei Eco-System sottopone le principali miscele con cui i suoi prodotti in gomma riciclata SBR sono prodotti al test di migrazione della EN 71-3, garantendo che la migrazione degli elementi controllati sia al di sotto dei limiti ammessi.
Ne deriva un materiale riciclato, conforme alla normativa, che unisce:
sicurezza chimica verificata
sostenibilità ambientale
performance meccaniche elevate
Interpretare un rapporto di prova EN 71-3
Un rapporto EN 71-3 indica per ogni elemento:
valore misurato
limite massimo di migrazione
risultato: “pass” o “fail”
La conformità è ottenuta solo se tutti gli elementi risultano entro i limiti previsti.
Un vantaggio competitivo nel mercato B2B
Nel settore professionale, ciò che distingue realmente un materiale non è soltanto la sua prestazione o la sua capacità di durare nel tempo. Sempre più spesso entrano in gioco aspetti legati alla sicurezza chimica e alla conformità a standard riconosciuti, elementi che permettono di valutare un prodotto in modo più completo e affidabile. In questo contesto, la EN 71-3 rappresenta un valore aggiunto concreto: dimostra che il materiale è stato sottoposto a controlli rigorosi e risponde a criteri oggettivi di qualità, rafforzando così la credibilità delle soluzioni proposte e rendendole più facilmente adottabili in progetti tecnici e contesti professionali.
Applicazioni pratiche nei prodotti Casei Eco-System
ECO-FUN — Pavimentazioni antitrauma per parchi gioco
Soluzioni pensate per spazi frequentati da bambini, dove la sicurezza chimica è una priorità assoluta.
ECO-WELLNESS — Pavimentazioni sportive
Ideali per palestre, centri sportivi e spazi polifunzionali ad alta frequentazione.
Una parte significativa delle soluzioni oggi disponibili sul mercato viene valutata anche dal punto di vista chimico, e la EN 71-3 costituisce uno dei riferimenti più solidi per questo tipo di verifica. Nel nostro caso, diversi prodotti in gomma SBR riciclata sono stati sottoposti ai test previsti dalla norma presso laboratori accreditati, confermando valori di migrazione ampiamente entro i limiti stabiliti. Questi risultati offrono un ulteriore livello di sicurezza a progettisti e operatori del settore, che possono contare su materiali già controllati secondo un metodo riconosciuto a livello europeo.
FAQ – Domande frequenti sulla EN 71-3
La EN 71-3 è obbligatoria anche per i materiali riciclati?
No. La norma è obbligatoria solo per i giocattoli, ma viene utilizzata volontariamente anche in altri settori per garantire un livello più elevato di sicurezza chimica, soprattutto quando i materiali sono destinati a scuole, aree gioco o ambienti sensibili.
Perché la EN 71-3 valuta la migrazione e non la composizione totale?
Perché ciò che conta ai fini della sicurezza non è la presenza totale di una sostanza nel materiale, ma la quantità che può effettivamente migrare in condizioni di uso reale. Questo principio è sottolineato anche dalla European Commission nella sezione dedicata alla sicurezza chimica dei prodotti per l’infanzia.
Quali materiali sono soggetti ai limiti più restrittivi?
I materiali solidi non friabili, come la gomma vulcanizzata, sono sottoposti ai limiti più severi. La norma distingue infatti tre categorie in base al comportamento del materiale e al suo potenziale contatto con il bambino.
Chi può eseguire il test EN 71-3?
Il test può essere eseguito solo da laboratori accreditati secondo ISO/IEC 17025, come TÜV Rheinland e SGS, che rispettano protocolli armonizzati e metodi di analisi conformi alla legislazione europea.
Per quanto tempo è valido un test EN 71-3?
La validità resta invariata finché non cambiano la formulazione del materiale, il processo produttivo o i fornitori delle materie prime. Eventuali modifiche richiedono una nuova valutazione.
Il rispetto della EN 71-3 è utile anche per prodotti non destinati ai bambini?
Sì. Molti produttori applicano la EN 71-3 anche ad articoli non classificati come giocattoli per dimostrare un elevato livello di sicurezza chimica e aumentare la trasparenza verso progettisti e operatori.



